Thursday, September 14, 2006

HARLEY DAVIDSON FAAKER SEE 2006





Come ogni anno, con il mese di Settembre, ci si organizza e si va in Carinzia sul Lago Faaker ( Faaker See per l'appunto) e si contano le migliaia di Harley Davidson venute da tutta l'Europa.
Quest'anno ho visto molti Chapter venuti anche da posti veramente lontani e, a parte una targa canadese, ho potuto contare la Spagna, la Francia,l'Italia naturalmente, la Germania, il Belgio, la Slovenija, la Croazia, la Rep. Ceca, l'Ungheria, la Svizzera, i vari Chapter locali cioe' Austria, Alcuni Polacchi, Finlandesi e Norvegesi oltre ad una schiera di Inglesi incontrati nei pressi di Velden.

Per il 2006 ho scelto quest' ultima localita' per i vari pernottamenti e, devo dire, mi son trovato meglio degli anni passati anche se non e' giusto dire in questa maniera.
Gli anni passati sono stati tutti magnifici, ognuno con un ricordo bellissimo di una festa che ha dei contorni romantici, gastronomici e musicali, anche se allo stesso tempo vi e' un comune denominatore ossia Harley ed Harley......

Velden e' piu' ricercata, con ottimi locali, bellissimi alberghi e davvero degli ottimi abitanti, simpatici nonche' molto-molto disponibili!
Le giornate sono state bellissime, sole settembrino caldo di giorno, aria pulita, un lago, quello del Worther See dai colori turchesi/ blu/ azzurri......
Qualcosa che non si puo' descivere e nemmeno tantomeno immortalare in una semplice fotografia.....

Spero che sempre piu' persone possan visitare questi posti, anche senza le Harley Davidson..... anche se, come dico sempre...... bisogna provare.....
Un saluto al Chapter Milano in particolare e a quello di Monza, nonche un particolare ringraziamento alla HARLEY DAVIDSON KLEMENČIČ MOTORBIKE, ANNEMARIE della GASTHAUS che ci ha ospitati e a tutti coloro che ho avuto la fortuna di incontrare.

Vegas De Laroja

Wednesday, September 13, 2006

HD


...... la moto, una cromatissima Harley Davidson e' ferma sul ciglio della strada, divisa dal mare e da una lunga e larga spiaggia di sabbia fine. Tu parcheggi la tua Harley Davidson Low Rider nera ed impolverata, e butti l'occhio verso il mare e la spiaggia, i monumentali palazzi in lontananza, la strada costiera. Anche se e' normale, a te fa una certa impressione che un posto che in estate e' ingolfato di gente all'inverosimile, in autunno si trasformi in una Ghost-Town.
E piu' impressione fa questa Heritage Softail De Luxe rosa senza padrone......
Confronti la perfetta lucidatura della Heritage con la tua L.R. nera tutta impolverata, infangata, scrostata in qualche punto, con le marmitte un po' arrugginite.....
Cammini verso il mare. I tuoi stivali affondano nella sabbia fine, morbida e calda e questa e' una sensazione quasi piacevole.
Il vento ti arruffa i capelli lunghi e bagna l'aria di goccioline fine e salate.

--E' tuo il Rider Nero???-- chiede una voce femminile alle tue spalle. Ti volti e di fronte a te c'e' una ragazza: capelli biondi, occhi scuri, Levis aderenti e gilet Harley arancio / nero, corpo favoloso.
--Si--....dici piantato nella sabbia, le mani nascoste nelle tasche dei jeans.
Lei non ti considera piu' e butta lo sguardo verso la strada, verso il Low Rider nero e la Heritage Rosa luccicante.
--Non si tiene cosi' una Harley Davidson!!!!-- afferma senza guardarti in faccia.

Rimani un attimo interdetto e sospiri un --A no????--.
--NO-- ribadisce lei perentoria, e nel dire questo estrae una grossa pistola automatica nichelata e te la punta alla tempia.
Senti la canna fredda sulla tua pelle e pensi che sia esagerata come reazione da parte di un' amante dell'ordine e del pulito.
Lei sposta la pistola dalla tua tempia e spara un colpo ad una lattina di birra vuota abbandonata sulla sabbia.

Ti tranquillizzi un attimo ricercando un mezzo sorriso lasciato dalla bocca di lei..... giusto un attimo per sentire un altro sparo ed un acuto dolore al petto.

testo di Roberto Saporito tratto da: HARLEY DAVIDSON 1998

Tuesday, September 12, 2006

BARCELLONA - ESPANA


Cammino fra le persone,i tavolini, i suonatori di violino, i cani al guinzaglio, le prostitute, i magnaccia con un senso di assoluta mancanza di equilibrio. Resto in piedi perche' la gente intorno a me non mi permette di cadere. Mi siedo nel piu' grande dehors della piazzetta Real. Il cameriere si avvicina senza sorridere. Gli sparo un bel sorriso ubriaco e ordino una tequila. Il cameriere se ne va' nel suo triste mutismo. Torna con Tequila, limone e sale. Posa tutto sul tavolo e aspetta che lo paghi. Ma io bevo in un sol sorso la tequila e ne ordino subito un'altra. Non appena lui si allontana, mi alzo , prendo e me ne vado. Non ho mai sopportato i camerieri muti, tristi, antipatici, maleducati.
Mi riesce sempre piu' difficile mantenere l'equilibrio. Non ricordo neanche perche' sono a Barcellona. Non ricordo neppure perche' ho bevuto tanto. Ritorno sulle Ramblas e ricomincio il pellegrinaggio dei bar. Pero' adesso osservo di piu' la gente e bevo meno. Cerco di stancarmi il piu' possibile per poter andare a letto tranquillo, senza il rischio di non dormire e ricominciare a pensare in solitudine.
In Placa de Catalunya c'e' un locale con una moltitudine di Harley Davidson parcheggiate davanti. Sono in ordine una dopo l'altra e il primo impulso e' quello di dare un calcio alla prima e farle cadere tutte. Ma poi noto questo chopper lunghissimo con le chiavi nell'accensione. Sospiro guardandomi intorno, salgo naturalmente sulla moto, l'accendo innesto la prma e parto senza guardarmi indietro.
Fa un rombo assordante mentre percorro le Ramblas verso il porto. La gente si volta a guardarmi, o meglio a guardare la moto: nera, cromata, bellissima.
Mi dirigo verso il mare e mi lascio la citta' alle spalle. Viaggio per un ora a bassa velocita' e in una zona deserta svolto verso la spiaggia, per fermarmi a pochi metri dal mare. Quando spengo la moto il silenzio diventa palpabile, rotto solo dallo sciabordio lento delle onde.
Spengo anche il faro e il buio diventa totale per pochi secondi, il tempo necessario perche' i miei occhi si abituino alla nuova situazione. Apro una delle piccole sacche di cuoio nero con le frange e trovo una piccola bottiglia di Jack Daniel's. Mi tolgo gli stivali, mi sfilo le calze e immergo i piedi nell'acqua, sorseggiando il bourbon un po' caldo.
La bottiglia di Jack Daniel's e' quasi terminata quando sento in lontananza un rombo, una specie di tuono continuato.

In poco tempo il rombo si trasforma in un indistinto sciame di rotondi fari. Conto dieci Harley Davidson, ma sono ubriaco e potrebbero essere di piu', come di meno. Si spengono tutte insieme, ma con i fari accesi puntati su di me. Io sono seduto sulla sabbia, con il mare alle spalle e le Harley Davidson di fronte.
Scendono in tre, si avvicinano, mi osservano un attimo, parlottano fra loro. Poi due mi prendono di peso, uno per le braccia e l'altro per le gambe, e mi lanciano in acqua. Il mare e' quasi caldo. Ne bevo una bella sorsata, tossisco: non so se rimanere a mollo, relativamente al sicuro, o tornare sulla spiaggia dove i fari sono una presenza inquietante. Ma il problema si risolve da solo quando tutte le moto si accendono e, ad una ad una, se ne vanno lasciando la spiaggia nel buio.
Sono quasi deluso, tutto potevo pensare tranne che se ne andassero cosi', senza rappresaglie.
Ritorno a riva e subito il freddo mi entra nelle ossa. Mi tolgo gli abiti bagnati ma, nudo, fa ancora piu' freddo. Strizzo bnene i jeans e me li infilo, recupero le calze, gli stivali, il giubbotto di pelle che indosso senza la camicia, e mi incammino verso la statale. Faccio l'autostop, ma a quest'ora di macchine ne passano veramente poche e nessuna ha intenzione di fermarsi.
Dopo un'ora di passeggiata verso Barcellona mi ritrovo ad alzare il dito verso il gruppo di Harley Davidson della spiaggia. Passano in fila indiana, osservandomi attentamente, ma si fermano tutti cento metri piu' avanti. Due si staccano dal gruppo e mi raggiungono. Non so se scappare o cosa, ma sono troppo stanco anche solo per pensare di scappare.
Il lunghissimo chopper che e' stato mio per qualche ora mi si ferma di fronte, seguito da un Fat Boy verde mela. Il tipo del chopper mi fa cenno di salire. Ho un attimo di esitazione, ma poi salgo annuendo senza sapere bene perche'.
Partiamo, raggiungiamo e superiamo le altre moto che ripartono subito dietro di noi. Il tipo del Fat Boy si avvicina e mi passa una fiaschetta di metallo lucido. Sorrido e bevo un sorso di liquore fortissimo, con un retrogusto di affumicato: Mezcal Messicano, del piu' buono. Passo la fiaschetta al padrone del chopper. Lui beve e poi lo passa al ragazzo della 883 che si e' materializzato alla mia destra. Anche lui beve e passa al tutto pelle della Heritage, e cosi' via in un rito alcolico di muta socializzazione. Viaggiamo in formazione come se fossimo pronti per una missione impossibile: siamo uno spettacolo impressionante, bellissimo.
Barcellona e' addormentata quando attraversiamo il Paral Lel deserto, quasi irreale. Ci fermiamo in Placa de Catalunya, di fronte al locale dove ho rubato la moto.
Scendo, avrei voglia di dare una spiegazione al mio comportamento, ma il padrone del chopper mi sorride e, annuendo, parte verso le Ramblas seguito da tutto il gruppo.

testo di Roberto Saporito tratto da: HARLEY DAVIDSON 1998

Monday, September 11, 2006

11 September 2006: New York


.....cosa dire di questa giornata......iniziata con il sole e il frescolino di un Settembre che sta per farsi sentire....prepararsi per andare al lavoro, farsi la barba e la doccia alla mattina, bersi un caffe' con calma leggendo il giornale, godersi i primi raggi di sole che bacian la tua pelle..... un brivido leggero di freddo / caldo...... accendere il server e vedere le e-mail ricevute.....
Ed un ricordo affiora.....11 settembre di 5 anni fa........ quando in una giornata iniziata con il sole e il frescolino mattutino, c'eran quasi 3.000 persone con dei sogni, con dei progetti, con le rispettive famiglie.... con i figli......

Per non dimenticare mai cio' che il mondo ( inerme) ha potuto seguire, ha potuto piangere, ha potuto non capire durante quella lunga mattina di Settembre......
Quella tragedia immane.
Qualcosa che neanche nei copioni dei film hollywoodiani si potrebbe scrivere.... per l'esagerazione, l'impeto, l'impossibilita' di credere che qualcosa del genere possa essere frutto della mente (malata) di un essere umano.....
Tante cose cambiano in cinque anni.... ma alcuni ricordi indelebili, come lacrime, non finiscono negli archivi..... e vivono insieme alla nostra esistenza, facendoci assaporare quell'amaro in bocca frutto dell'odio e della ingiustizia.

Ognuno di noi, guardando '' The American Flag '' potrebbe fare tanti pensieri sulla liberta'..... ma sicuramente guardando quella bandiera a stelle e a strisce, ci si ricorda / ricordera' delle vittime ingiustificate di un mondo che, in cinque anni non e' cambiato.
L'odio esiste.
Esistera' sempre se......negli occhi dei nostri figli non verranno inculcati quei valori di giustizia, di equita', di tolleranza ma soprattutto di convivenza......
Si combatte per qualche ideale........
Si muore senza un perche'.....

11 Settembre 2001 : 2.749 sogni, desideri, idee, mani che ti salutano, bocche che ti sorridono, voci che ti parlano, sguardi che si appoggiano li...su Ground Zero, sugli Stati Uniti d'America, sul Mondo intero.

Per non dimenticare.



11 Settembre 2006
Vegas De Laroja